Croce Bianca Milano Pescatrice di Uomini

L’esperienza di un decennio di Croce Bianca mi ha convinto come la nostra Associazione sia, e debba sempre di più essere, “pescatrice di uomini”.

La crescita tecnica e professionale dei nostri volontari, e del nostro personale dipendente, non deve mai farci dimenticare la nostra natura associativa ed i valori fondanti tracciati nel Patto Associativo.

Muhammad Alì sosteneva che “i campioni non si fanno nelle palestre; i campioni si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione”. Ecco, la visione di una Croce Bianca pescatrice di uomini non è altro che una estensione di quanto già è oggi: un luogo di incontro, di dialogo, di confronto, di vita. Ma non dobbiamo fermarci.

Croce Bianca rappresenta, infatti, una fantastica occasione di apertura al mondo e nel mondo. Ciò a vantaggio innanzitutto dei nostri volontari: sempre di più Croce Bianca deve diventare una famiglia allargata, capace di fornire al maggior numero di persone possibili l’esperienza di un volontariato vicino a chi soffre. In tal senso è strumento potente l’anno di Servizio Civile svolto in Associazione, così come i corsi nelle scuole, nelle università, nelle aziende. Sempre di più dobbiamo attirare a noi vari strati della popolazione, giovani e meno giovani, espandendo la platea di chi svolge servizio in Croce Bianca. Perché più siamo e maggiormente potremo essere in grado di aiutare.

La nostra Associazione, difatti, deve diventare pescatrice di uomini anche rispetto ai pazienti che soccorriamo, agli ammalati che trasportiamo e di cui, anche se per pochi minuti, ci prendiamo cura. Entrare in contatto con loro è come spalancare una finestra: non chiudiamola terminato il servizio. In molti casi dovremmo provare a seguire un cammino con queste persone, divenendo le prime sentinelle del loro malessere e delle loro difficoltà. Penso, in tal senso, a quanto sarebbe prezioso avviare collaborazioni efficaci con i servizi sociali dei comuni nei quali operiamo, creando una rete con le strutture ospedaliere o con altre realtà del terzo settore presenti sul territorio. Ciò anche grazie a progetti quali quello del telesoccorso, che già ci vedono essere presenza fissa e “domestica” per tanti anziani soli.

Si tratta di grandi sfide, di grandi ambizioni, di cui però Croce Bianca non deve avere paura ma anzi servirsene come nuova benzina per il proprio motore. Partendo dall’impegno di tutti noi perché, come dice Monnier, “le idee sono niente senza gli uomini che solo possono alimentarle”.